domenica, dicembre 31, 2006

BUON 2007



C'è un capodanno di un pò di tempo fa che mi è rimasto impresso in modo particolare,
ero sceso con alcuni amici in piazza del Plebiscito per festeggiare il capodanno; quella sera la folla era immensa e si accalcava sotto un palco dove si alternavano le star della musica più in voga del momento; noi avevamo comprato una bottiglia di spumante per brindare all'anno nuovo, all'improvviso l'annunciatore in voga anch'esso, disse che mancavano 5 minuti alla mezzanotte, io e i miei amici eravamo in fibrillazione, avevamo una bella bottiglia pronta per essere stappata ; è una bella sensazione stare con i migliori amici in mezzo alla folla in quei momenti, sono tanti piccoli microcosmi in un universo più grande, preso da questi pensieri mi giro verso i miei amici e non li vedo più;tragedia... resto da solo a 3 minuti dal capodanno, li cerco invano tra la folla e neanche con il telefono riesco a contattarli, manca un minuto e tutti sono pronti alla festa; così, disperato, mi dico: ti prego lo so che non abbiamo un buon rapporto, ma ti prego fammi incontrare un amico per festeggiare il capodanno..si sentono le urla 3-2-1 ...ZERO! e tutti a stappare bottiglie e urlare contenti ad abbracciarsi e io solo, in mezzo, a guardarli disperato, triste e solo... poi qualcuno mi bussa sulla spalla: è un personaggione di colore alto due metri, dallo sguardo simpatico e i denti bianchissimi con un cappellone di babbo natale, mi da una pacca sulla spalla e mi porge una bottiglia di spumante appena stappata e mi dice, "bevi fratello" assaggio questo spumante di una bontà unica, poi mi giro per ringraziarlo e lui non c'è più...nulla svanito nel nulla, e alle mie orecchie tornano i suoni della confusione e dei festeggiamenti,in quel momento dalla folla spuntano gli amici di prima "oh paco ma dove eri finito!""ti abbiamo cercato dappertutto"...quella sera mi sentii un pò come James Stewart in un noto film di Frank Capra.

In questi momenti di festa e di sperpero di denaro inutile, di accumulo di colesterolo inutile e di esecuzioni mediatiche inutili il mio pensiero è rivolto a chi festeggerà un modesto capodanno e soprattutto a chi lo farà da solo.

domenica, dicembre 24, 2006

è il quarto anno che la riciclo, prometto che l'anno prossimo ne faccio una nuova, tipo una ska-natale;) Buone feste
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sabato, dicembre 16, 2006

Illegal

In questo periodo ho cambiato un pò il design del blog, ho abbandonato il modello spaziale per uno più semplice.
Inoltre ho aperto un nuovo blog dove posterò le mie animazioni passate e future, e ho aperto anche un profilo su Myspace per le musiche che compongo tra un disegno e l'altro.
Questa è una piccola storia che feci nel 2005 per un concorso francese con cui vinsi una bella telecamera digitale; questa storia è stata pubblicata anche sul numero 0 di Omar Moss e presto Paolo ne farà un cortometraggio:

venerdì, dicembre 08, 2006

C'era una Volta in America




Sono moltissimi anni che mi sento legato a questo film e chi conosce le vicende del mio noto antiquario sa perchè.

Impreziosito dalle musiche del maestro Ennio Morricone, è forse il film più bello di Sergio Leone; un flop in America perchè tagliato di 90 minuti e rimontato in sequenza cronologica dal produttore, l'autista che accompagna Noodles e Deborah a casa, meritevole di un azione nobile nel film ma imperdonabile nella realtà.
C'era una volta in america è un film completo dove nulla è lasciato al caso: comico, tragico e romantico allo stesso tempo, realizzato dopo 15 anni di attesa e scritto in 5 di lavoro; ricco di simboli, come le due figure del bene e del male che lottano nel teatrino delle ombre cinesi; di enigmi, come il sorriso di De Niro nel finale o il frisbee sotto le soprelevate di Brooklyn; ma soprattutto è il film che rappresenta di più il lavoro Sergio Leone(secondo numerose sue dichiarazioni).
Il protagonista è Noodles (Robert De Niro) l'unico capace di viaggiare nel tempo a suo piacimento (senza effetti speciali, ma solo attraverso un buco sopra il gabinetto), l'unico nel film a possedere una specie di saggezza che lo porterà a sopravvivere fino alla fine ma ad essere anche un "perdente", un "perdente" per il "Sistema" in cui vive, per la società da cui è scappato credendo di aver tradito i suoi amici, un "perdente" come il "romantico" Fat Moe.

Noodles: "i vincenti si riconoscono in partenza, riconosci i vincenti e i brocchi, chi avrebbe puntato su te?"
Fat Moe: "io avrei puntato tutto su te"
Noodles: "ed avresti perso"

Dopo essere giunto ai vertici della malavita negli anni 30, fa quasi compassione, negli anni 60, vedere questo anziano signore avere paura di portare la valigetta con i soldi sotto le soprelevate di Brooklyn(scena seguita poi dall'ispiegabile fotogramma del frisbee che vola).
Sotto quell'aspetto di perdente, anziano, stanco e indifeso però c'è un uomo che custodisce la memoria del passato e ce la riporta proprio con quella simbolica chiave dell'orologio a pendolo del locale di Fat Moe, da dove l'aveva presa trent'anni prima dato che vicino c'era la chiave della cassetta della stazione (la "banca della banda"); con la chiave della pendola ci riporta il "tempo perduto"...volendola dire in termini proustiani.

Ha custodito il tempo che per lui si è fermato, mentre per gli altri del mondo andava avanti, frenetico e determinato.

Fat moe: "cosa hai fatto in tutti questi anni Noodles"
Noodles: "sono andato a letto presto"

Per questo mondo e per le sue regole l'unico vincente è l'amico morboso Max (James Wood): lui riesce ad avere le donne che Noodles è riuscito ad avere solo con la forza (Carol e Deborah), riesce ad evolvere nell'ambiente grazie alle sue idee geniali (sottraendo fin dall'inizio il racket a Bugsy), lui manovra le trame fino all'ultima scena prevedendo anche il rifiuto di Noodles e preparando il suo ultimo atto (nel tritarifiuti) e riesce, in un certo senso, perfino a vincere il tempo, facendo un figlio...suo continuum spaziotemporale.

Ma noi parteggiamo incosciamente sempre per Noodles, l'unico eroe, forse più un antieroe: che sceglie di essere un "perdente" del sistema fin dall'inizio, e gli andiamo dietro anche quando fa le cose più deprecabili dalle violenze, agli omicidi, fino alle fumate d'oppio nel teatro cinese, perchè in fondo è leale con gli amici e soprattutto coerente fino all'ultimo.

Max: "Tu te la porterai dietro per tutta la vita la puzza della strada."
Noodles: "A me piace da matti la puzza della strada, mi si aprono i polmoni quando la sento. E mi tira anche di più."

Noodles continua a custodire la memoria fino alla fine e noi con lui, e finalmente fa la sua impresa eroica nel duello finale con Max-senatore Bailey (senza pistole e senza cavalli).
Nella richiesta di ucciderlo per avergli rubato la donna, la vita e averlo fatto vivere per 30 anni con il rimorso(ma in fondo solo per sfruttarlo per l'ennesima volta), Noodles non lo riconosce e continua a chiamarlo senatore Bailey, e resiste anche quando Max caccia l'orologio da cui nacque la loro grande amicizia... Noddles è determinato e vince la sfida rifiutando di compiere quell'omicidio e salutando il senatore con riverenza.

Max: " è il tuo modo di vendicarti?"
Noodles: "No, è solo il mio modo di vedere le cose."

Perchè in fondo il tempo è relativo e in questo modo vincono i ricordi di Noodles sulla "realtà" (non più oggettiva) di Max, Deborah e del sistema in cui hanno voluto vivere, credendo forse un pò troppo alla favola del "sogno americano".

Anche noi vinciamo con Noodles anche se, tuttosommato, è un amara vittoria perchè in fondo il vero protagonista, e il vero vincente della storia, è il tempo.